GIOVEDI’ 26 aprile 2012
Asilo della Conoscenza e della Creatività
ore 19,00
QUATTRO CORTI DI JOAO CESAR MONTEIRO
O Amor das Três Romãs (Portogallo, 1979, 25’)
Os Dois Soldados (Portogallo, 1979, 25’)
A mae. O rico e o pobre (Portogallo, 1978-79, 27’)
Conserva Acabada (Portogallo, 1989, 12’)
ore 20,30
incontro con BRUNO ROBERTI critico cinematografico
ore 21,30
proiezione di:
LA COMMEDIA DI DIO (A comédia de Deus)
di João César Monteiro
(Portogallo, 1995)
JOAO CESAR MONTEIRO
“Era una persona di immensa libertà, un grande artista, dal rigore assoluto. Con lui la creazione si faceva nella carne viva. C’era improvvisazione, ma sapeva precisamente quello che voleva. E’ stupefacente, nel suo lavoro, il modo in cui riusciva ad andare in fondo all’orrore della sordidezza e nello stesso tempoattingere a una luminosità, una poesia, una bellezza straordinarie. Viveva sulla falda tra il fondo degli abissi e il massimo della luce. Era un uomo geniale”.
(Manuela de Freitas ‘in morte di Joao Cesar Monteiro’ in “Publico”, Lisbona, Febbraio 2003)
IL CINEMA DI MONTEIRO: NUTRIRSI ALLA FONTE DEL DESIDERIO
Monteiro, dio-diavolo-vampiro, come nella mistagogia gnostica è il demiurgo che capta il mondo nel suo specchio inaugurando e abolendo la riflessione specchiante, ‘Signore delle mosche’, come la faccia infima della catena divina (da qui il richiamare, dis-identificarsi, all’inizio di Le Bassin, il ‘cast’ gnostico di Strindberg: L’Eterno, invisibile, Dio, Lo spirito maligno, usurpatore, il Principe della terra, Lucifero, il portatore di luce, detronizzato, Arcangeli, Angeli, Adamo ed Eva). Joao de Deus, Don Giovanni di Dio, non molla la preda finchè non ha ceduto alle sue brame, ma la mosca ripete invertendo il meccanismo rispetto al ragno e alla sua ragnatela labirintica.
Mosca ganica, che richiama il gamos, le nozze sacre, il matrimonio alchimistico, dell’or-ganico e dell’ in-or-ganico, il vuoto-parola bianca che vola sulla pagina immacolata dello schermo, e distaccandosi dal soggetto che la pronuncia, si allontana velocemente fino a dissolversi, per continuare a offrire l’eccesso di un ‘di più’ di senso, di un resto infinito, di una tensione al ‘capire’, al contennere e all’eccedere, che giustamente non potrà mai essere soddisfatta, e perpetuamente destina allo scacco il controllo che la ragione vorrebbe esercitare. Parola desiderante e desiderata:
Insetti mercuriali , scivolamento e volo desiderante che in Monteiro accennano all’imprendibilità-evanescenza dell’Altro: o lo si diventa o lo si incorpora, lo si copula, lo si divora o lo si vomita, lo si succhia o lo si depone, polline e spoglia, da bruco a farfalla, per poi fargli mettere le ali , rendere altra e volatile questa tracimazione alchemica del nesso corpo-parola-immagine.
Il testo-corpo, la carne e il foglio, il Libro dei pensieri, il pelo del sesso e il filo del pensiero (che scorre e fluisce, si dipana negli Alcools di Apollinaire) sono, negli estremi e nutrienti film di Joao Cesar Monteiro, il fermentare e il distillare, l’alchimia rimbaudiana del verbo-carne.
Bruno Roberti